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SAGRE TORINO

programma
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9 e 10 settembre 2022 festiva delle sagre
Sono centinaia di migliaia le persone che ogni anno, attratte da una manifestazione unica nel suo genere, accorrono ad Asti per respirare le atmosfere di un mondo antico.
È il mondo contadino tra Otto e Novecento raccontato dal Festival delle Sagre Astigiane, che domenica 10 settembre 2017 festeggia la sua 44^ edizione.
S’inizia di prima mattina con la sfilata storica nelle vie cittadine animata da 3000 figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi piuttosto che dai roboanti trattori “a testa calda”.
Ogni paese, con la sua pro loco, mette in scena il lavoro nei campi, i mestieri, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva.
La sfilata termina in piazza Campo del Palio, dove decine di casette, una per ciascuna pro loco, disegnano i confini del villaggio che arriva ad ospitare fino a 200.000 buongustai, provenienti dall’Italia e dall’estero.
Qui, un piccolo esercito di cuochi prepara e serve al pubblico, pazientemente in fila, il menu più ricco e variegato di ogni tempo.
I piatti sono più di 80, divisi tra antipasti, primi, secondi e dolci.
Solo ed esclusivamente ricette tradizionali, tramandate di generazione in generazione e cucinate con materia prima di territorio.
Agnolotti, risotti, tagliatelle e polente negli abbinamenti più vari. I grandi secondi della tradizioni monferrina: bolliti, fritto misto, bagna cauda e tanti piatti ormai scomparsi dal menu dei ristoranti: come la “puccia” (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli e condita con burro e formaggio) o il “baciuà”, lo zampino di maiale lessato, aromatizzato nell’aceto e fritto.
Le proposte dolci sono normalmente più di trenta: dalle creme ai biscotti, dal bunet alle torte “alla moda di un tempo”.
Area attrezzata per i disabili. Il villaggio gastronomico è aperto al pubblico sabato 9 settembre dalle 18.30 alle 23.30 (solo i dolci verranno serviti fino alle 24.00) e domenica 10 settembre dalle 11.30 alle 22.00.
ESTATE

CALLIANETTO: il ciclo della canapa.
Gran fritto misto di Callianetto.
Tortino ‘d Gianduja.

MOTTA DI COSTIGLIOLE: il peperone quadrato d’Asti: dalla terra alla tavola.
Gran “bagna càuda” con peperoni e verdure di stagione.
Involtino di peperone (con ripieno di tonno, burro, acciughe e capperi).

SAN DAMIANO: la festa ‘d San Roc.
Salsiccia alla Barbera d’Asti.
Canestrelli di San Damiano.

COSTIGLIOLE: per grazia ricevuta.
Ravioli con il “plin”.
Bunèt di Costigliole.

PORTACOMARO: ‘l balun a brassal (l’antico gioco del pallone col bracciale)
Gran fritto misto di Portacomaro.
Torta di castagne.

CALLIANO: la fonte solforosa della Pirenta.
Agnolotti d’asino.
Salamini d’asino.

MONTEGROSSO: il ritorno della campana a Montegrosso.
“Cisrà” minestra di ceci con costine.
Panfritto con salumi del Monferrato.

MONGARDINO: ‘l martinèt (il maglio) d’ Mungardìn e l’antica fabbricazione degli attrezzi agricoli.
Risotto alla Barbera d’Asti.
Antico “mun” (mattone dolce).

QUARTO: la corsa degli asini.
Tagliatelle al sugo di cinghiale.
Rotolo al cacao con nocciole.

VARIGLIE: la pesca limonina: coltivazione, raccolta e conservazione.
Pan marià (pane raffermo, passato nell’uovo e fritto).
Friciulin (frittini) di riso.

AUTUNNO

VILLAFRANCA: la festa di leva.
Tagliatelle ai funghi porcini.
“Bunèt” al cioccolato.

CUNICO: la vinificazione.
Gnocchi alla Cunichese.

SAN MARZANOTTO: i due San Marziano: quello della Chiesa e quello della pentola.
Polenta arrostita sulla brace con salsiccia e peperonata.
Lardo macinato, insaporito e spalmato sul pane.

CASABlANCA: ‘l carbùn d’na vira (taglio e commercio della legna).
Polenta fritta con gorgonzola.
Salame dolce di Casabianca.

CATERINA DI ROCCA D’ARAZZO: quando ci si faceva male.
Agnolotti al sugo di carne.
Antico “bodino” di Casa Savoia”.

ANTIGNANO: l’esodo dalla campagna verso la fabbrica negli anni ’50.
Tajarin di mais 8 file al sugo di salsiccia.
Crostata di mais con confettura di ciliegie.

CASTELLO DI ANNONE: la 1* fiera dell’artigianato e le feste settembrine del 1932.
Lasagnette della vigilia (condite con bagna cauda).
Torta dell’abbondanza.

BOGLIETTO DI COSTIGLIOLE: la distilleria: dal grappolo alla grappa.
Taglierini fatti in casa conditi con sugo di carne.
Pesche al Moscato d’Asti.

AZZANO: quando ad emigrare eravamo noi.. ..sogni, speranze, disperazione verso “la Merica”.
Risotto ai funghi.
Il dolce dell’Abbazia.

VALENZANI: San Martin del masuè (il San Martino del mezzadro).
Polenta con bocconcini di cinghiale.
Salamini di cinghiale.

ROCCHETTA TANARO: la scuola di ricamo e gli antichi mestieri all’ombra del castello.
Rustica ai formaggi.
Friciulin (frittelle) di patate.

PALUCCO: l’aratro nel tempo.
Lingua in salsa verde.
“Friciö” (frittelle dolci del contadino).

VILLANOVA: la gallina bionda ed altri animali da cortile alla fiera di Santa Caterina.
Vitello tonnato.
Pesche ripiene al cioccolato.

CASTELLERO: la nocciola, principale risorsa economica della vita contadina di un tempo.
“Fundent” (fondenti di nocciole).
Croccanti di nocciole.

SERRAVALLE: la zucca nella vita: tradizione e cultura contadina.
Tonno di coniglio.
Torta di zucca.

INVERNO

VIARIGI: finalmente il rimedio alla filossera: l’innesto.
Agnolotti alla moda di Viarigi conditi con sugo di arrosto

CELLARENGO: il ciclo del legno: taglio, contrattazione e lavorazione.
Tinche in carpione.
Trippa calda con cipolle (biséca).

ISOLA D’ASTI: “el ginìch e la galaverna” (il freddo e il gelo).
Baciuà (soffice zampino di maiale lessato, posto sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con bagnetto.
Frittura di lumache.

CORTAZZONE: “el bal ëd l’ors” (il ballo dell’orso): riti carnevaleschi nelle campagne astigiane.
Tagliatelle all’uovo con tartufo.
Focaccia di mele.

CESSOLE: la castagna: raccolta, essiccatura e battitura.
Frittelle salate alla campagnola.

MONCALVO: la fiera del bue grasso.
Sontuoso bollito misto di Moncalvo.
Panna cotta.

REVIGNANO: andùma a viè (la veglia nella stalla).
Zabaglione al Moscato d’Asti.
Bunèt della nonna.

CANTARAN A: “dai magnin alla ciapèta”: dall’antico mestiere di stagnino al carnevale Cantaranese.
Cotechino con purea di ceci.
Tomini elettrici (formaggio fresco di latte vaccino condito con salsa di prezzemolo, aglio, olio e peperoncino).

PRIMAVERA

REVIGLIASCO: le ciliegie: la fioritura, la raccolta, il mercato.
Stufato di vitellone piemontese alla Barbera d’Asti con polenta.

SESSANT: quando la campanella dell’asilo suonava a Sessant.
Carne cruda all’Astigiana.
Torta di pane.

CORSIONE: al forno come una volta.
Torta di mele.

MONTIGLIO MONFERRATO: l’acqua elemento essenziale di vita e di lavoro nel Monferrato agli inizi del ‘900.
Uova al tegamino con tartufo e polenta.
Torta di nocciole.

GRAZZANO BADOGLIO: la processione del venerdì santo.
“Soma d’aj” con uva.
Pane arrostito con pomodoro e uva.

NIZZA MONFERRATO: Nizza Monferrato: terra di botti e di vino.
“Belecauda” (farinata di ceci).

MONTECHIARO: le sarte di Montechiaro.
Risotto con tartufo.
Crema dolce in pasta sfoglia.

MONASTERO BORMIDA: il polentonissimo di Monastero Bormida.
“Puccia” di Monastero (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli condita con burro e formaggio).
Robiola di Roccaverano con pane cotto nel forno a legna e mostarda di uva Moscato

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